Una storia della fotografia ottocentesca che ha per oggetto non tanto la fotografia, bensì il fotografico, cioè l'insieme di quelle categorie concettuali che rendono specifica un'immagine in quanto immagine fotografica. Una scelta che non preclude il racconto, a volte anche minuzioso, delle vicende che hanno segnato i primi decenni di vita del mezzo, sempre però con l'intenzione di far emergere quella specificità che poi risulterà determinante nello sviluppo delle singole storie. È in questa prospettiva che il testo suggerisce continui e audaci collegamenti tra passato e futuro, tra Ottocento e Novecento, sviluppando intrecci e soluzioni sorprendenti rispetto a quanto, manualisticamente, si è soliti proporre. Oltre all'individuazione di sottili omologie tecniche capaci di trasformarsi in vere e proprie filosofie fotografiche, come per esempio accade tra 'carte de visite' e 'photomatic', o convincenti corrispondenze operative, come nel caso della valorizzazione del "banale" che lega la prima Kodak con l'attuale culto della 'snapshot', la costante ricerca del fotografico che il libro svolge porta all'evidenziazione delle più significative concettualità del mezzo: dal voyeurismo alla memoria, dall'esibizionismo all'ossessione dell'archivio, dallo specchio alla costruzione dell'immaginario.
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Trenta immagini, ognuna rappresentativa di un'idea, di una tecnica, di una scelta metodologica con cui Ú stato usato il mezzo fotografico. Il primo secolo di vita di un mezzo che ha cambiato per sempre la storia dell'arte, della scienza e di tutti noi. L'autrice torna ad occuparsi di storia della fotografia con una particolare attenzione al panorama socioculturale in cui il mezzo Ú nato e ha conosciuto i primi sviluppi. A scandire le tappe del percorso non ci sono solo gli eventi della Storia, le opere degli Autori e degli Artisti: Muzzarelli guarda con interesse anche allo sfruttamento popolare e vernacolare dell'oggetto fotografia (l'album di famiglia, la fotografia scientifica, il collezionismo privato di carte-de-visite, la fotografia pornografica...) e costruisce un testo pieno di curiosità e dettagli sorprendenti, perfetto per fornire un metodo di lettura anche a chi non si sia già avvicinato alla materia. Un racconto inedito dell'Ottocento fotografico, dal quale emergono corrispondenze e intuizioni precorritrici della rivoluzione estetica del Novecento.
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Brossura. Condizione: new. Torino, 2014; br., pp. XI-254, ill., cm 13,5x21.(Piccola Biblioteca Einaudi. Mappe. 47). Una storia della fotografia ottocentesca che ha per oggetto non tanto la fotografia, bensì il fotografico, cioè l'insieme di quelle categorie concettuali che rendono specifica un'immagine in quanto immagine fotografica. Una scelta che non preclude il racconto, a volte anche minuzioso, delle vicende che hanno segnato i primi decenni di vita del mezzo, sempre però con l'intenzione di far emergere quella specificità che poi risulterà determinante nello sviluppo delle singole storie. È in questa prospettiva che il testo suggerisce continui e audaci collegamenti tra passato e futuro, tra Ottocento e Novecento, sviluppando intrecci e soluzioni sorprendenti rispetto a quanto, manualisticamente, si è soliti proporre. Oltre all'individuazione di sottili omologie tecniche capaci di trasformarsi in vere e proprie filosofie fotografiche, come per esempio accade tra 'carte de visite' e 'photomatic', o convincenti corrispondenze operative, come nel caso della valorizzazione del "banale" che lega la prima Kodak con l'attuale culto della 'snapshot', la costante ricerca del fotografico che il libro svolge porta all'evidenziazione delle più significative concettualità del mezzo: dal voyeurismo alla memoria, dall'esibizionismo all'ossessione dell'archivio, dallo specchio alla costruzione dell'immaginario. Libro. Codice articolo 2746969
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