Nel restauro delle opere policrome (dipinti, sculture lignee, affreschi, ma anche opere su carta, ceramica...) i materiali sintetici hanno in gran parte rimpiazzato sostanze con proprietà analoghe, ma di origine naturale. Diventa quindi imprescindibile per il restauratore comprendere le proprietà fondamentali di questi materiali che troppo spesso sono stati utilizzati in modo improprio. Il discorso è complicato dal fatto che questi materiali sono di recente sviluppo e che si hanno casistiche di invecchiamento di una cinquantina d'anni al massimo. Lo studio di questi materiali è reso ancora più difficile dal fatto che la maggior parte delle formulazioni correntemente utilizzate sono state originariamente sviluppate per applicazioni completamente diverse dal restauro dei beni culturali, e che raramente sono dichiarati tutti i componenti.
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Nel restauro delle opere policrome (dipinti, sculture lignee, affreschi, ma anche opere su carta, ceramica...) i materiali sintetici hanno in gran parte rimpiazzato sostanze con proprietà analoghe, ma di origine naturale. Diventa quindi imprescindibile per il restauratore comprendere le proprietà fondamentali di questi materiali che troppo spesso sono stati utilizzati in modo improprio. Dopo una parte introduttiva che risponde sostanzialmente alla domanda “Cos’è un polimero? ”, viene esposta nel 2° capitolo la problematica riguardante la durata di questi materiali. Un discorso complesso, dato che per i materiali che vanno ad integrarsi in un opera d’arte divengono stringenti i requisiti di “longevità”. Il discorso è complicato dal fatto che questi materiali sono di recente sviluppo e che si hanno casistiche di invecchiamento di una cinquantina d’anni al massimo. Lo studio di questi materiali è reso ancora più difficile dal fatto che la maggior parte delle formulazioni correntemente utilizzate sono state originariamente sviluppate per applicazioni completamente diverse dal restauro dei beni culturali, e che raramente sono dichiarati tutti i componenti. Per questo diventano preziosi gli studi comparativi effettuati con l’aiuto degli invecchiamenti accelerati, argomento del 3° capitolo. II 4° capitolo prende in esame le modalità di applicazione e il meccanismo filmogeno dei polimeri, suddivisi nelle diverse classi chimiche di cui si riportano: · le caratteristiche chimico-fisiche (ottiche, meccaniche, ecc.),· i processi di alterazione strutturale a cui il materiale in opera va soggetto durante l’invecchiamento, e l’eventuale variazione con seguente delle proprietà, · le formulazioni commerciali, · i campi applicativi, · i limiti e le potenzialità, che possono aiutare il restauratore in alcune scelte operative.
Leonardo Borgioli si è laureato in chimica a Firenze, con una tesi sulle microemulsioni applicate agli affreschi della Cappella Brancacci, nella Chiesa del Carmine. Ha lavorato come ricercatore, per poi approdare all’esperienza di docenza e di assistenza tecnica per i prodotti, sempre nel settore del restauro. È responsabile dell’ufficio tecnico-scientifico di C.T.S. Srl e consulente R&C Art Srl. Paolo Cremonesi, chimico e biochimico con formazione anche nel restauro, lavora come libero professionista nel settore delle opere policrome.
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