"Ogni città vorrebbe, sempre, essere ordinata, e sempre sembra in disordine. L'ordine della città è complicato, allusivo, irregolare. Ogni città crea il proprio ordine, o siete voi a crearlo con le vostre idee. Le città possono essere poetiche. Come può esserlo la gente che incontrate e lo spazio urbano che guardate. Ciascuno di noi cammina nella propria città immaginaria, incontrando gente immaginaria".
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Yona Friedman (Budapest 1923), architetto, si forma in Ungheria, assistendo, tra le altre, ad alcune importanti conferenze di Werner Heisenberg e Károly Kerényi. Dopo la guerra, che lo vede attivo nella resistenza antinazista, si trasferisce e lavora per circa un decennio a Haifa, in Israele. Dal 1957 vive a Parigi. Ha insegnato in numerose università americane e collaborato con l’Onu e l’Unesco. La sua intensa attività saggistica spazia dall’architettura alla fisica, dalla sociologia alla matematica. Negli ultimi anni l’opera di Friedman è stata rivalutata dal mondo dell’arte contemporanea ed è stato invitato alla undicesima Documenta di Kassel e a diverse Biennali di Arti visive di Venezia. Fra i suoi libri ricordiamo Utopie realizzabili, Quodlibet, Macerata 2003; L’architettura di sopravvivenza. Una filosofia della povertà, Bollati Boringhieri, Torino 2009; L'ordine complicato. Costruire un'immagine, Quodlibet, Macerata 2011 e il volume a lui dedicato The Dilution of Architecture, a cura di N. Seraj, Park Books, Zurigo 2015.
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