Il padiglione Philips all'Expo di Bruxelles del 1958, prima architettura multimediale della nascente era elettronica, venne commissionato per scopi schiettamente pubblicitari della nota ditta olandese, ma divenne uno dei più singolari "oggetti a reazione poetica" ideati da Le Corbusier. Costruito seguendo la complessa e rigorosa elaborazione geometrica dei gusci sottili autoportanti, andò identificandosi con il "Poème électronique" che veniva rappresentato al suo interno. Lo spettacolo fu progettato come un'opera per orchestra nella quale gli strumenti virtuali erano le luci, gli altoparlanti, le immagini proiettate sulle superfici incurvate, le ombre e le espressioni degli spettatori, in una sostanziale identificazione dello spazio con il suono.
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