In questo libro l'autrice include le streghe tra i vinti, mostrando una continuità della storia occidentale attraverso la sua tendenza a estirpare le diverse figure dell'alterità incontrate sul suo cammino. Incarnati dalle streghe o dagli indios del Nuovo Mondo, dai neri o dagli ebrei, dalle donne o dagli omosessuali, gli outsider si scontrano sempre con la stessa norma, con le stesse pratiche di stigmatizzazione, persecuzione e sterminio. Richiamando il celebre aforisma di Walter Benjamin, secondo il quale non esiste documento di cultura che non sia nello stesso tempo documento di barbarie, Esther Cohen ci aiuta a interpretare le streghe non solo come figure del passato, ma anche come un archetipo contemporaneo.
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Il marrano Uriel, una vita per i «diversi»
Elena Loewenthal, Tuttolibri - La Stampa
Gli ebrei e le streghe: antichi fantasmi, ma fantasmi carichi di una sinistra concretezza. Perfidia, deformità, perversione: nei tratti fisici e in quelli morali. Gli ebrei e le streghe sono il corpo delle paure, delle ombre inafferrabili. Siamo all'indomani di quell'Umanesimo di cui Walter Benjamin avrebbe detto, come di altre epoche, che non esiste documento di cultura che non sia nello stesso tempo documento di barbarie. A questa barbarie Ester Cohen dedica il suo Con il diavolo in corpo. Filosofi e streghe nel Rinascimento (con una postfazione di Enzo Traverso e la traduzione dall'originale in spagnolo di Lorena Francese).
Ogni epoca ha, per l'appunto, i suoi fantasmi, ma alcuni di essi scavalcano disinvoltamente secoli e stagioni: questo libro ne esplora alcuni, nelle loro cangianti fattezze. Gli indios del Nuovo Mondo, i neri, gli omosessuali: un catalogo storico di outsider nel loro scontro frontale con la società normalizzata.
Outsider e fantasma era più che mai Uriel da Costa. Figura storica della fine del XVI, inizi del XVII secolo, ma anche simbolo. Marrano sfuggito all'Inquisizione nella penisola iberica, eretico ebreo scomunicato dalla sinagoga di Amsterdam, deista ma anche ateo, positivista ante litteram, infine suicida per troppe traversie. La sua vicenda era affidata sino a non molto tempo fa quasi esclusivamente a una presunta autobiografia, l'Exemplar humanae vitae («Un modello di vita umana») pubblicato per la prima volta nel 1687: questo testo si presenta infatti come la cronaca della vita di Uriel da Costa, ma anche come una succinta lezione al mondo. E sarà lo spunto di una ricca tradizione letteraria che, in un modo o nell'altro si rifà a questa figura quasi leggendaria, in cui non è difficile riconoscere tratti simili a quelli di un'altra parabola di vita e pensiero, che porta il nome di Baruch Spinoza. Omero Proietti ha studiato a fondo questo testo, oltre che la temperie culturale dell'Europa settentrionale nella prima metà del XVII secolo. L'ha vista alla luce di un altro testo, pubblicato per la prima volta solo nel 1993 (è l'opera «più censurata della storia», ci spiega), l'Exame das tradiçoes phariseas, ben più autenticamente attribuibile al nostro personaggio. Offre così un'interpretazione più vasta e più complessa della vita di Uriel da Costa, ma anche di quella particolare temperie culturale: un mondo, insomma, in cui sono i «moderni “farisei” evangelici, i quali - pronti al linciaggio e alla lapidazione - compiono azioni vergognose».
Uriel prende di mira i pastori luterani che ad Amburgo nel 1617 vorrebbero bloccare il «contratto» che consentirebbe alla comunità portoghese di risiedere e praticare il giudaismo, e che consegnano i membri della piccola comunità al ludibrio e al linciaggio della folla. L'Exemplar si rivela dunque non un racconto di vita in senso stretto, bensì un tracciato polemico che punta il dito con antichi e nuovi modelli, con archetipi comportamentali. Quelli pronti, insomma, a lapidare, umiliare, flagellare e costringere alla morte vittime che hanno la sola colpa di essere ciò che sono. Proietti disegna questa storia - la trattazione è piuttosto ardua ma vale la pena impegnare un poco di fatica - e poi presenta il testo nell'originale latino, con una traduzione italiana e un commento storico filologico.
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Da: Biblioteca di Babele, Tarquinia, VT, Italia
Condizione: BUONO USATO. I. Cartografie ITALIANO Volume numero 28 appartenente alla collana Cartografie. Titolo originale dell'opera Con el Diablo en el cuerpo. Filosofos y brujas and el Renacimiento. Traduzione dallo spagnolo a cura di Lorena Francese. Postfazione di Enzo Traverso. Prima edizione del volume. Copertina lievemente macchiata ai piatti e al dorso. Pagine ben salde alla cerniera, con ampio margine, lievemente macchiata la controguardia superiore. Numero pagine 173. Codice articolo KED0082
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