"... Il genere cannibal ebbe vita breve. A parte i film su Hannibal Lecter, e qualche sporadico horror americano, nessuno ha avuto fin'ora il coraggio di affrontare, come nelle storie di "The Cannibal Family" di Stefano Fantelli e Rossano Piccioni, il tema del cannibalismo come scelta di vita, per accelerare il processo di rigenerazione dell'umanità. E tutto questo accade in una fusione fra il mondo passato con gli orrori della guerra, e quello moderno ed iperconsumistico dove si può comprare qualsiasi cosa, e forse, in una realtà suburbana a noi sconosciuta, anche carne umana. In questo nuovo episodio, c'è una vera e propria altalena di racconti che accompagnano il lettore in un viaggio irreale, tra il passato e il presente, nell'erotismo e nel sangue. Nel racconto si possono cogliere citazioni relative alla storia, al cinema e alla letteratura, come ad esempio gli evidenti richiami al Frankenstein di Mary Shelley nel rapporto tra la creatura e la ragazza non vedente. Il tratto deciso e marcato dei bellissimi disegni di Rossano Piccioni e di Paolo Antiga, il profondo erotismo che emanano, l'atmosfera cupa e angosciosa perfettamente in sintonia con il racconto, sono il compendio ideale per una storia intrigante e coinvolgente che ha catturato la mia attenzione...". (dalla prefazione di Edoardo Margheriti)
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DALLA PREFAZIONE DI EDOARDO MARGHERITI: Ricordo il periodo dei film cannibal... intorno alla fine degli anni 70 molti film videro la luce in seguito al successo di titoli come: "Ultimo mondo Cannibale", "Cannibal Holocaust" e "Cannibal Ferox". Questi film erano tutti molto simili tra loro, ambientati nella giungla e tesi più a disgustare il pubblico con effettacci, sangue, frattaglie e budella, che non a raccontare le motivazioni e la cultura atavica che induceva questi popoli a cibarsi di carne umana. Cibarsi della carne del proprio nemico, per acquisirne la forza, il coraggio, ma anche per esorcizzarne la paura, trattandolo alla stregua di un animale da allevamento. Questo filone è stato riesumato quest'anno da Eli Roth con il film "The Green Inferno", un ottimo film, ma strutturato esattamente come i suoi predecessori italiani. Nel 1980 lavorai come attore e aiuto regista in "Apocalypse domani", di Antonio Margheriti, mio padre. Era un film sul cannibalismo, ma non trattava il tema dell'antropofagia tribale, quanto quello del cannibalismo urbano, inteso come follia omicida e come una specie di virus che simboleggiava gli orrori della guerra del Vietnam e della società moderna che cannibalizza tutto e tutti. Negli anni successivi non ci furono più film del genere, perchè il cannibal ebbe vita breve. A parte i film su Hannibal Lecter, e qualche sporadico horror americano, nessuno ha avuto fin'ora il coraggio di affrontare, come nelle storie di The Cannibal Family di Stefano Fantelli e Rossano Piccioni, il tema del cannibalismo come scelta di vita, per accelerare il processo di rigenerazione dell'umanità. E tutto questo accade in una fusione fra il mondo passato con gli orrori della guerra, e quello moderno ed iperconsumistico dove si può comprare qualsiasi cosa, e forse, in una realtà suburbana a noi sconosciuta, anche carne umana. In questo nuovo episodio, c'è una v
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