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Litografia originale impressa a colori, firmata a matita dall`artista e numerata 128 su 200 impressa su carta Arches. Il soggetto fu ideato per il manifesto sulla mostra personale dell`artista prevista nel mese di marzo-aprile del 1956 presso la Galleria Bergruen a Parigi e fu stampata come un manifesto con un testo sottostante. Severini dello stesso soggetto, ma senza il testo, ne pubblicò 200 esemplari numerati e firmati da lui medesimo tra i quali quello in esame.Pittore italiano che seppe unire scienza ed arte, rigore costruttivo e fantasia inventiva, raggiungendo la più completa felicità espressiva quando, tra il 1910 ed il 1915, innestò i valori dinamici del futurismo su quelli costruttivi del cubismo. Nato a Cortona il 7 aprile 1883, giunse sedicenne a Roma. Qui Giacomo Balla lo avviò alla pittura divisionista che approfondì a Parigi a partire dal 1906 (Primavera a Montmartre, 1909). A contatto con Pablo Picasso e Georges Braque, Juan Gris e Guillaume Apollinaire, partecipò al nascere e svilupparsi del cubismo (che teorizzò in \"Dal cubismo al classicismo\", del 1921, mentre i suoi amici pittori rivivranno nell`autobiografica \"Tutta la vita di un pittore\", del 1946). Risiedendo a Parigi dal 1906, Severini fece da intermediario fra i colleghi futuristi in Italia e gli amici dell`avanguardia parigina dediti in questo periodo al Cubismo. Il tema della Danza ispirò fortemente la sua fantasia sperimentale. La ricerca che l`artista fece fu sempre caratterizzato da alcuni elementi quali la luce, il colore e alcune particolari forme di ispirazione cubista atte a trasmettere il movimento. Firmatario nel 1910 del manifesto della pittura futurista, sollecitò Umberto Boccioni e Carlo Carrà a raggiungerlo a Parigi dove, nel 1912, organizzò la prima mostra dei futuristi. Frequentatore di cabaret, Severini rappresentò quel mondo notturno di luci e danze in capolavori come La danza del pan pan al Moncio (1911), Geroglifico dinamico del bal tabarin e Ballerina in blu (1912).Giunse a una visione caleidoscopica in cui spazio e tempo, presente e passato, insieme e particolare si fondono in una festa di luci e colori.Dal 1924 al 1934, anche a seguito di una crisi religiosa, si dedicò all`arte sacra in grandi affreschi e mosaici soprattutto per chiese svizzere. Nel secondo dopoguerra, riscrivendo in chiave di decorativismo astratto le proprie opere futuriste, Severini ritrovò la vena più felice. Nel 1949-1950, Severini aderì al progetto della importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l`opera \"Simboli del lavoro\". L`esemplare si presena in buone condizioni conservative. Codice articolo 0006530
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