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Milano, Treves (e Garzanti, dal 1940) 1875/1962, abbiamo disponibili le annate dal 1875 al 1943. Raccolta pressochè completa di 66 annate della rivista rilegate in 137 volumi in-4° (cm. 40 x 30 circa) i primi 66 volumi (dal 1875 al 1915) rilegati mezza pelle d'epoca con titoli e fregi dorati al dorso, i restanti volumi (dal 1916 al 1943) rilegati tutta tela marrone coeva con titoli ai dorsi e impressioni a secco ai piatti, tutta tela verde con tassello e fregi dorati ai dorsi (l'annata 1937 è in fascicoli sciolti). Ciascuna annata è composta da 52 o 53 fascicoli completamente illustrati da incisioni, litografie, fotografie e tavole in nero, talora anche doppie o ripiegate, in nero e a colori. Serie cronologica con le seguenti mancanze: 1889 manca il primo semestre, 1914 manca il primo semestre, 1943 mancano i fascicoli dal 30 al 52. Il 1º novembre 1875, esce il primo numero de L'illustrazione italiana (si tratta effettivamente del primo numero anche se al frontespizio viene citato l'Anno III in quanto nel corso del 1874 i fratelli Treves, già editori della rivista ?Nuova illustrazione universale? rilevano una rivista concorrente che stava dando buona prova di sé a Roma: «L'Illustrazione. Rivista italiana», diretta dall'artista romano Alessandro Foli. Dall'unione delle due riviste nacque L'illustrazione italiana, che uscì con la nuova testata a partire dal 1º novembre 1875) e comincia ad avere un'ampia diffusione negli ambienti della medio-alta borghesia, grazie alla qualità degli articoli e soprattutto delle illustrazioni, spesso affidate ad artisti di primo piano come Achille Beltrame, Pietro Scoppetta, Luigi Bompard, Giuseppe Cosenza ed Ettore Ximenes (il quale svolgeva anche le funzioni di vicedirettore). Oltre che all'opera di artisti di grido, il pregio delle fonti iconografiche era dovuto anche alla scelta di utilizzare per la stampa incisioni in legno invece che litografie, che consentivano di ottenere un'altissima resa a partire dai bozzetti di base. Tale qualità fu mantenuta poi nel tempo anche in seguito all'avvento della fotografia, tecnica che vide rappresentati sulle pagine dell'?Illustrazione? alcuni tra i migliori fotogiornalisti nazionali: Armando Bruni, Mario Crimella, Giulio Parisio ed Emilio Sommariva[5]. La prima fotografia venne pubblicata sul numero del 18 luglio 1885 (una spada del XVI secolo conservata nel Museo Poldi Pezzoli di Milano). Con l'avvento della fotografia la rivista adottò la carta patinata, che garantiva una migliore qualità delle immagini. Per quanto riguarda la scrittura dei testi, il periodico si avvalse della collaborazione, in qualità di articolisti, di alcuni dei nomi più importanti della letteratura italiana, Giosuè Carducci, Grazia Deledda e Luigi Pirandello (premi Nobel per la letteratura), Giovanni Verga, Gabriele D'Annunzio, Luigi Capuana, Edmondo De Amicis. La grande fortuna dell'Illustrazione Italiana durò fino alla morte di Emilio Treves (1916), dopo la quale, pur avendo ancora tra i propri collaboratori scrittori del calibro di Eugenio Montale, Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo, Riccardo Bacchelli e altri, la rivista cominciò a mostrare i segni di un lento declino. La promulgazione delle leggi razziali fasciste accelerò il processo in atto: nel 1939 la Treves dovette cedere l'azienda alla Garzanti. Verso la metà del 1942, in seguito agli eventi della seconda guerra mondiale, L'Illustrazione rallentò le sue uscite, fino ad essere trasformata in mensile nel 1951 da Livio Garzanti. Gli anni cinquanta con la crescita vertiginosa dei rotocalchi, settimanali popolari di attualità. L'Illustrazione Italiana vide ridursi progressivamente il suo spazio, finché Garzanti la chiuse nel dicembre 1962. Cfr. web. Codice articolo 0-27286
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