Riguardo questo articolo
BELLISSIMO ESEMPLARE IN ELEGANTE LEGATURA IN MAROCCHINO In 4to (mm. 208x144). Cc. 39, [1]. Segnatura: a-k4. La carta k4 è bianca. Colophon a c. k3v. Bellissima marca tipografica su fondo nero recante il monogramma di Cristo al frontespizio, bordura xilografica su fondo nero al verso di c. a2, xilografia a piena pagina a c. a3r raffigurante Tolomeo, Aristotele, la Sibilla, Santa Brigitta e Reinhardo Lollardo che ricevono ispirazione profetica da Dio Padre, 42 figure in legno a 1/3 di pagina (di cui una ripetuta), una figura a 3/4 di pagina alla c. b2v (copiata da un legno dell'edizione modenese del 1492 circa), una figura a piena pagina a c. d1r e numerose iniziali ornate e maniculae. Legatura posteriore in marocchino verde con impressioni a secco e titolo in oro. Al contropiatto anteriore ex-libris della libreria antiquaria Querzola di Roma. Bellissima copia di tutta freschezza. L'apparato iconografico è lo stesso dell'edizione volgare (Pronosticatione in vulgare) che Niccolò e Domenico dal Gesù stamparono pochi giorni prima, il 9 agosto dello stesso anno. Una terza edizione in volgare, ma con le figure in formato ridotto, verrà stampata dai due fratelli il 20 ottobre.La Pronosticatio, testo profetico stampato per la prima volta in Germania nel 1488 in due edizioni apparse in contemporanea in latino e tedesco, approdò in Italia nella redazione latina per vie e in date sconosciute; sarà poi immediatamente tradotto da un anonimo in circostanze totalmente oscure, corrispondenti o precedenti la prima stampa oggi conosciuta (Modena, Roccocciolo, 1490 o 1492). Le edizioni italiane risultano essere quattordici, in un arco temporale compreso tra il 1490-?92 e il 1532, nelle città di Venezia, Milano, Modena e Brescia, con la maggioranza delle edizioni licenziate a Venezia e a Modena.?All'approssimarsi del nuovo secolo, quando l'opera poteva presentarsi come un allettante pronostico valido per l'intero primo cinquantennio del Cinquecento, furono stampate almeno tre edizioni della Pronosticatione in vulgare in tre città diverse (Milano, Venezia, Brescia). A distanza di un decennio si approprierà del Lichtenberger l'officina veneziana dei fratelli Nicolò e Domenico del Gesù, che sottoscrisse tre edizioni, una delle quali in latino, in un solo anno (1511). L'iniziativa pare provenisse da un ufficiale della Serenissima, forse comprensibilmente interessato alle previsioni di natura politico-militare, soprattutto nei rapporti col Turco, disseminate nell'opuscolo [?] Agli occhi degli editori il Lichtenberger ritorna un lucroso bestseller, di cui si appropria la tipografia veneziana, solo nel 1511. Fra agosto e ottobre i fratelli Nicolò e Domenico del Gesù, titolari dell'omonima libraria nelle centralissime Mercerie presso campo San Zulian, appongono la propria inconfondibile marca tipografica del monogramma di Cristo a tre edizioni, una delle quali in latino. L'iniziativa, affidandoci alla testimonianza coeva stampata in appendice all'edizione Nicolò e Domenico del Gesù 9 agosto 1511, fu presa da quel messer ?Sabastian de Venetia constestabile della Illustrissima Signoria', ossia ufficiale di grado minore dell'esercito della Serenissima, della cui identità rimaniamo però all'oscuro [?] Dunque, nel 1492 messer Sebastiano, venuto a conoscenza del Lichtenberger tramite una delle edizioni incunabole modenesi e intuendone le possibilità editoriali, decise di pubblicarla anche a Venezia. Per qualche motivo che a noi sfugge, l'iniziativa fu però rimandata di una ventina d'anni e solo nell'agosto 1511 trovò un accordo con i fratelli del Gesù, accorti librai-editori, specializzati nella produzione e vendita di libri illustrati e stampe con incisioni [?] Tornando ora ai fratelli del Gesù, nella società per il Lichtenberger svolgono il ruolo di probabili coeditori piuttosto che tipografi, poiché non risulta disponessero di una tipografia in proprio, ma erano soliti rivolgersi a officine esterne, prevalentemente quella dei Nicolini da Sabbio che sot. Codice articolo 0000000010090
Contatta il venditore
Segnala questo articolo