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Roma, 1780 circa. Coppia di incisioni in rame all'acquaforte e bulino, firmate e datate in basso in lastra, cm 47 x 108 circa (il foglio) (quella con la papera in basso al centro); 47 x 106, circa (il foglio) (quella con il drago in basso al centro), entrambe in recente ma gran bella coloritura. Una integrazione della carta al margine superiore e laterale sinistro, pieghe e imperfezioni al margine laterale sinistro, passepartout dipinto a tempera in color carta zucchero con alta filettatura oro, nell'insieme in buono stato di conservazione, di grande effetto decorativo (quella con la papera in basso al centro); una integrazione della carta ai margini, tranne al laterale destro, lievi imperfezioni marginali, passepartout dipinto a tempera in color carta zucchero con alta filettatura oro, nell'insieme in buono stato di conservazione, di grande effetto decorativo (quella con il drago in basso al centro). La serie degli "Ornati delle Logge di Raffaello nel Vaticano", ossia la riproduzione completa a stampa delle pitture dei pilastri delle Logge Vaticane ideate e affrescate da Raffaello, comprendente quarantasei tavole, fu realizzata nella sua interezza tra il 1760 e il 1777 e reca i nomi di Giovanni Volpato e di Giovanni Ottaviani (una seconda edizione sarebbe stata terminata nel 1782). Conobbe un lavoro lungo e travagliato, giustificato dall'enorme mole di lavoro. Le incisioni uscirono, per la prima parte, in tre volumi, tra il 1768 - 69 e il 1772, frutto della collaborazione fra i disegni del pittore Gaetano Savorelli (notizie seconda metà del sec. XVIII) e quelli dell'architetto Pietro Camporesi (1747 1831) con il lavoro di incisione di Giovanni Ottaviani (1735 ca. - 1808). Nella parte inferiore dei bulini appare un'iscrizione che riporta il nome dell'incisore, dei due disegnatori e il privilegio papale di Clemente XIII, apposto su ogni lastra incisa compresa nella prima serie, che posiziona l'esecuzione della matrice entro il 1769, data della morte del pontefice. Dal 1772 1774, si aggiunsero il disegnatore Ludovico Teseo (1731 1782) e l'incisore Giovanni Volpato (1740 1803). Volpato incise la matrice su disegno di Lodovico Teseo, questi due nomi firmarono le tavole della terza parte raffiguranti i pilastri. Nella parte inferiore dei bulini appare un'iscrizione che riporta il nome dell'incisore, del disegnatore e il privilegio papale di Clemente XIV. L'intervento di Volpato, che assunse in un certo senso la direzione dell'opera, legando il suo nome all'impresa, costituisce il motivo del suo trasferimento a Roma, probabilmente chiamato da Clemente XIV (1769 1774). Volpato deve gran parte della sua notorietà, nell'ambiente romano del tempo, a questa prima opera che affronta in modo dettagliato e completo. L'intervento del Volpato, seppur arrivato per ultimo, pare sia stato maggiore, più forte e determinante. Le tavole, incise tra il 1774 e il 1776, riproducono con grandeliberta traduttiva (a differenza della prima serie, dove la leggibilità e la conservazione degli affreschi era assai migliore, permettendo così fedeltà all'originale). Infatti la scarsa visibilità della parte inferiore degli affreschi rispetto alle lunette, spinse l'artista ad applicare integrazioni di fantasia, come nel caso di alcuni pilastri dove sono inseriti elementi decorativi desunti dalle bordure di alcuni arazzi vaticani. La raccolta ebbe vastissima risonanza e rappresentò una delle operazioni di riproduzione più impegnative, venendo a costituire un importante repertorio figurativo da cui attingere motivi di decorazione e contribuendo al grande successo dei temi grotteschi del periodo neoclassico (non dimentichiamo la grande influenza esercitata dalle importanti scoperte di Pompei e di Ercolano nella prima metà del Settecento). La decorazione di Raffaello per la galleria coperta che portava al Palazzo del Papa fu percepita subito come un'opera esemplare di decorazione all'antica e il successo fu tale da indurre amatori d'arte a commissionare d. Codice articolo 10022
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