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DISPONIBILITÀ GARANTITA AL 99%; SPEDIZIONE ENTRO 12 ORE DALL'ORDINE. OTTIME CONDIZIONI, MAI SFOGLIATO, LIEVI ROTTURE ALLA SOVRACCOPERTA, LIEVI SEGNI DEL TEMPO. Domenico Rea (Napoli, 8 settembre 1921, Napoli, 26 gennaio 1994) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Il re e il lustrascarpe è l'incontro dello scrittore con una società a mezza strada tra il disfacimento del vecchio mondo e l'intuizione del nuovo, con una Napoli lustra di sole come di convenzioni letterarie e la città dei grandi complessi industriali, delle iniziative turistiche e commerciali, dove a un passo dai tradizionali "personaggi", guappi scugnizzi beghine, sorgono le torri delle raffinerie di petrolio. Agli inizi del suo percorso narrativo, Rea si trova ad essere rivolto verso il passato della nostra letteratura piuttosto che verso il presente, se consideriamo le sue letture sia dei classici italiani (Boccaccio, Santa Caterina da Siena, Manzoni), sia dei suoi prediletti scrittori partenopei (Basile, Mastriani, Imbriani), facendosi guidare dal suo interprete più drammatico, il De Sanctis. Su questi autori Rea modella la sua prosa, come chiariscono le citazioni messe sotto il titolo di ogni racconto. La narrativa di Rea si può ritenere in alcune sfumature neorealista, anche se i suoi libri non contengono messaggi come quelli di Ignazio Silone o i lamenti sulle piaghe del Mezzogiorno come nel fortunato Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, ma testimonianze argute e implacabili, che sotto lo stimolo dell'onestà intellettuale si sforzano di trasmettere senza malizie stilistiche ciò che Napoli stava subendo negli anni della ricostruzione postbellica. Come il neorealismo cinematografico e come alcune arti figurative, il suo stile interpreta la realtà nuova emersa dalla guerra. Più tardi Rea tornerà su questo periodo con un giudizio non troppo lusinghiero «di quel lavoro dal tono collettivo, che ebbe inizio nel lontano dopoguerra» scrive nel libro Le Ragioni narrative (1960) «oggi restano sparsi fuochi, su vaste zone coperte di cenere». In realtà lo sforzo c'era stato, non folcloristico né politico, ma umano. Scrittore irrequieto rispetto ai gruppi di intellettuali napoletani contemporanei, Rea visse da isolato senza poter essere assimilato a nessuna corrente letteraria, estraneo a qualsiasi gruppo susseguente alla rivista letteraria La Ronda, lontano dall'impegno politico militante per mancanza di illusioni sulla "natura umana" ma non per questo, scrivendo quasi sempre temi di disagio ambientale, meno impegnato nella denuncia delle piccole e grandi ingiustizie quotidiane. Lo scrittore così adatta un tipo di narrativa trecentesca e rinascimentale, a quella della percezione del dolore e della gioia, di cui era prodigo il tempo nel quale era vissuto. Descrizione bibliografica Titolo: Il re e il lustrascarpe Autore: Domenico Rea Editore: Milano: Arnoldo Mondadori, novembre 1961 Edizione: Prima edizione Mondadori rivista e ampliata Lunghezza: 638 pagine; 21 cm Copertina di: Giuseppe Romagnoni Collana: Volume 90 di Narratori italiani, Volume II di Opere Soggetti: Letteratura, Narrativa Italiana, Romanzi, Realismo colorito, Grottesco, Scrittori Contemporanei, Novecento, Autori napoletani, Napoli, Cronache napoletane, Cultura partenopea, Libri Vintage, Edizioni Fuori catalogo, XX secolo, Premio Strega, Novelle, Prose, Racconti, Diario napoletano, Provincia, Folklore, Intellettuali, Strade, Toledo, Benedetto Croce, Mastriani, Salvatore Di Giacomo, Guappi, Guarracino, Storie, Classi sociali, Società, Vicoli, Bassi, Decadenza, Canzone napoletana, Capodimonte, Piedigrotta, Feste, Tradizioni locali, Mare, Sophia Loren, Capri, Vesuvio, Posillipo, Mergellina, Centro storico, Cinema, Politica, Mestieri, Artigiani, Stregoneria, Matrimoni, Terroni, Costiera sorrentina, Sorrento, Scugnizzi, Mentalità, Sud, Industria, Bagnoli, Italsider, De Mita, Pomicino, Classe dirigente, Emigrati, Stazione, Vasto, Criminalità, Camorra, Sciuscià, Lavori, Quartieri, Inverno, Gente, Anni. Codice articolo ABE-1582028139892
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