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In-8°, pp. VIII, 324, legatura moderna m. pelle con decori in oro al dorso e altre decorazioni in carta applicate. Piatti marmorizzati. Brossura originale conservata. Numerose tavv. sinottiche n.t. e diagrammi f.t., alcuni dei quali ripiegati. Tracce di scotch al margine interno del v. della brossura. Ottimo esemplare. Edizione originale di ampio saggio di statistica, sociologia e demografia applicato alla prostituzione di fine Ottocento, redatto secondo un'ottica prettamente positivistica. L'unione corporale dell'uomo con la donna è tutt'altro che una funzione naturale. È naturale quella di mangiare, perchè è benefica, piacevole, e nessuno ha vergogna di compierla sin dalla nascita; ma l'altra è vergognosa, disgustevole, dolorosa. La felicità della luna di miele è una menzogna. Al contrario, è un periodo di malessere, di vergogna, di pietà e massime di noia - di noia feroce ! Nella prima parte dell'opera, a carattere storico, il Tammeo passa in rassegna la cosiddetta prostituzione pagana in Grecia e a Roma; nella seconda sono analizzate le cause della prostituzione, fra cui quelle ambientali e climatiche (si sostiene, ad esempio, che l'aumento generale della temperatura contribuisca a determinare l'aumento della prostituzione). L'eziologia del meretricio è individuata principalmente in un fattore demografico di sovrappopolazione, derivando, a detta del Tammeo, dal disequilibrio tra le esistenze e le sussistenze, e della cattiva distribuzione della ricchezza. Il Tammeo discorre quindi della prostituzione clandestina, rigettando l'idea di una sorta di tutela della prostituzione da parte dello Stato: Ora, volere che lo Stato si faccia tutore delle prostitute, significa non solo abbassare la sua alta dignità e prostituire la sua funzione, ma abbruttire sempre più una classe di persone che la evoluzione dello spirito civile dei popoli e' venuta sempre meglio sollevano e riabilitando. Codice articolo 27570
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