Editore: Dall'Oglio 0, Milano
Da: Graphem. Kunst- und Buchantiquariat, Berlin, Germania
EUR 15,00
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Aggiungi al carrellokl 8°, Brosch., 479 S. - gutes Exemplar. Buch.
EUR 5,00
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Aggiungi al carrellolibro cartaceo. Condizione: Buono. Il cofanetto (se previsto) puà presentare modeste tracce d'uso, piccole lesioni, fioriture e macchie non invasive. Sovraccoperta con modeste tracce d'uso. Puà presentare piccole mancanze, leggere bruniture, rade fioriture o macchiette. Copertina con modeste tracce d'uso. Puà presentare minime mancanze, qualche rada fioritura o macchietta, leggere bruniture o piccole pieghe. Dorso in buone condizioni. Puà presentare un fisiologico stress da lettura, piccole mancanze e segni di cedevolezza in prossimità delle cerniere. Tagli moderatamente bruniti; possono presentare fioriture rade. L'interno puà presentare modeste tracce d'uso, segni a matita, timbro o firma di appartenenza. Le pagine possono presentare minime gualciture, fioriture non invasive e leggere bruniture. Per Maggiori informazioni o foto non esitate a contattarci.
Editore: Dall'Oglio,, Milano,, 1981
Da: Il Muro di Tessa Studio bibliografico e Libreria antiquaria, Milano, MI, Italia
EUR 10,00
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Aggiungi al carrelloIn 16°, brossura editoriale illustrata, pp. 480, (4), coll. "I Corvi. numero 191", copia molto buona. (MAG ZG3) (spedizione standard SEMPRE tracciata con raccomandata-piego di libri, eventuale FATTURA da richiedere all'ordine).
Editore: Milano, Dall'Oglio 1962., 1962
Da: Libreria Gullà, Roma, ROMA, Italia
EUR 17,00
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Aggiungi al carrelloIn-16° gr. pp. 481, legatura in tela edit. con tit. al piatto e dorso e sovrac. trasparente.
EUR 10,00
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Aggiungi al carrelloeditoriale. Condizione: Ottimo. Libro usato in ottimo stato. Un volume di 19 cm, 479 pagine. Legatura editoriale (manca sovracoperta). Dorso con leggere bruniture. Qualche macchia in copertina. Minime imperfezioni alle cuffie. Collana: Scrittori di tutto il mondo. *** TUTTI I NOSTRI LIBRI SONO VISIBILI PREVIO CONTATTO MAIL O TELEFONO NELLA NUOVA SEDE DI MILANO: LIBRERIA COSMOPOLIS, VIA JOMMELLI, 22. ***.
Editore: Milano, dall'Oglio, Milano, 1976
Da: Studio bibliografico De Carlo, Carmagnola, TO, Italia
EUR 20,00
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Aggiungi al carrelloCondizione: Buono (Good). XX ed.: 20.2.1976 (I ed.: Bologna, Cappelli 1923 - I ed. dall'Oglio: 1938). XVI, 484, rilegatura rifinita in tela cerata grigio scuro con titoli color oro al piatto e al dorso entro tasselli neri. Stato buono (manca la sovraccoperta - lieve usura della copertina ai margini - pagine leggermente ingiallite, in part. ai margini). Indice: Italo Svevo; Silvio Benco --- Presentazione; Dottor S. - Preambolo - Il fumo - La morte di mio padre - La storia del mio matrimonio - La moglie e l'amante - Storia di un'associazione commerciale - Psico-analisi. Book.
Editore: L. Cappelli Editore,, 1923
Da: Libreria Antiquaria Pontremoli SRL, Milano, MI, Italia
Prima edizione
EUR 3.500,00
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Aggiungi al carrelloCondizione: Ottimo esemplare. Bologna - Rocca S. Casciano - Trieste, L. Cappelli Editore, 1923 (1 maggio), Edizione originale. Ottimo esemplare «La coscienza di Zeno» è il capolavoro dell'autore, e una pietra miliare della narrativa novecentesca occidentale. Uscito in una tiratura piuttosto limitata, 1500 copie, sempre con il contributo economico dell'autore, il libro venne accolto dal medesimo silenzio riservato alle prime due prove tardottocentesche; per due lunghi anni non apparve una riga, una recensione, né l'autore ricevette alcun contatto. Fino agli elogi di Valery Larbaud dell'inizio del 1925 e all'articolo «Omaggio a Italo Svevo» pubblicato da Eugenio Montale sulle pagine del «Convegno» (n. 11-12, nov.-dic. 1925): a partire da quei due autorevolissimi endorsment, progressivamente montò la scoperta di un grande classico della letteratura italiana. Ma Italo Svevo non farà in tempo a goderne appieno: morirà pochi anni dopo, nel settembre 1928, a sessantasette anni, in un incidente d'auto. -- Verso la fine del 1922 Licinio Cappelli aveva accettato il manoscritto con qualche riserva: «[.] trovo che è però un poco prolisso e che il manoscritto guadagnerebbe da qualche soppressione, poche correzioni sarebbero anche necessarie per rendere la lettura ancora più interessante. [.] Se Ella crede potrei fare io le correzioni necessarie e i tagli indispensabili» (Lettera di Cappelli a Svevo, 10 dic. '22, in «Lettere a Svevo», Milano 1973, p. 96-s); con l'abituale remissività, l'autore accolse la proposta. Per il lavoro di editing fu scelto il padovano Attilio Frescura, collaboratore abituale dell'editore; in un'importante lettera, mal collocata e mal datata da Bruno Maier ma indirizzata proprio a Frescura il 10 gennaio 1923 (Epistolario, Milano 1968, p. 824-s = Lavagetto, p. 1177-s), Svevo rivela i noti retroscena della sua vicenda di scrittore mancato, chiosando: «[.] se l'Italia non fosse venuta a me io non avrei neppure pensato di poter scrivere. [.] Mi misi a scrivere il mio romanzo quattro mesi dopo l'arrivo delle nostre truppe. Come una cosa naturale a 58 anni. Con la petulanza di tutti i liberati mi parve di aver acquisito subito il diritto all'incolato per me e per la mia linguetta». Dagli scambi epistolari si intuisce che il "labor limae" effettuato sul manoscritto purtroppo oggi perduto fu intenso, soprattutto sul lungo avvio dell'opera; ma la questione rimane molto aperta e appena nel 2021 la professoressa Beatrice Stasi ha ritrovato alla Fondazione Primo Conti una risoluta lettera di Svevo a Frescura, datata 15 febbraio 1923, in cui lo scrittore appare fermo nel pubblicare «risolutamente il romanzo come sta»: «Io sapevo che l'impresa di ritoccare la mia lingua non poteva dare tutto il risultato che, forse, Lei da principio se ne riprometteva. [] Il rimprovero di prolissità l'accetto intero. Io so che Lei con un'agile parola potrebbe sostituire varii miei periodi ma non è da aspettarsi che lo possa fare mettendosi al mio posto. È di nuovo il mio destino e non c'è altro da fare che abbandonarmi allo stesso. Invece non sono assolutamente convinto ch'Ella abbia ragionecirca lo svolgimento del romanzo. Mi resta il dolore che un italiano della Sua levatura l'abbia frainteso. Non è un malato il mio, ma un tipo. Però il suo sentimento di essere malato è più vero di quanto possa sembrare a chi non conosce gli studii del Freud e della sua scuola. Ebbi la convinzione che non sarò inteso specie dopo di aver letto un articolo sul Freud di quello studioso del resto rispettabilissimo ch'è il Dr. Ry nel Corriere della Sera e che farebbe ridere i polli se i polli conoscessero il Freud. Ma (c'è un "ma") raccontare in prima persona certe cose e farle chiaramente intendere non era forse pane per i miei denti. [] Ad ogni modo pubblico risolutamente il romanzo come sta. Sono vecchio e desidero di spingerlo all'aria per non pensarci più neppur io. Le stringo cordialmente la mano pregandola di spingereil comm. Cappelli perché imponga maggior fretta a Rocca. []» (let.