Editore: Salimbeni Libreria Editrice, Firenze,, 1981
Da: FIRENZELIBRI SRL, Reggello, FI, Italia
EUR 22,00
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Aggiungi al carrellobrossura. Condizione: NUOVO. Presentazione di Luciano Caruso. cm.24x30, pp.49, (15), Edizione numerata di 400 esemplari. Firenze, Salimbeni Libreria Editrice cm.24x30, pp.49, (15), brossura. Edizione numerata di 400 esemplari. Ristampa anastatica dell edizioni Futuriste di Poesia, Milano, 1915.
EUR 50,00
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Aggiungi al carrelloMilano, Edizioni futuriste di "Poesia", 1915 (Ristampa anastatica: Firenze, Salimbeni, 1981). In 4, pp. 49-(7)-IV, ill., br.
Lingua: Italiano
Da: Libreria Antiquaria Freddi, Torino, TO, Italia
EUR 50,00
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Aggiungi al carrellobrossura editoriale. Condizione: buono. Milano, Libri Scheiwiller, 1990. In -16 (mm. 120x170), pp. 184. Brossura editoriale. Volumetto a cura di Vanni Scheiwiller, stampato in 1000 copie numerate (la nostra n. 715). Collana "Poesia" n. 31. Biografia di Corrado Govoni ai risvolti della brossura. Introduzione di Matilde Dillon Wanke. Prima edizione. Piccole mancanze al dorso e leggere fioriture ai margini, ma nell'insieme buon esemplare.
Editore: Edizioni futuriste di "Poesia" (Tip. A. Taveggia),, 1915
Da: Libreria Antiquaria Pontremoli SRL, Milano, MI, Italia
Prima edizione
EUR 2.800,00
Convertire valutaQuantità: 1 disponibili
Aggiungi al carrelloMilano, Edizioni futuriste di "Poesia" (Tip. A. Taveggia), 1915, Edizione originale. Più che buon esemplare, quasi ottimo, piuttosto fresco e pulito all'interno, con minime tracce di sporco in copertina (una gora d'inchiostro tocca la seconda «O» del nome dell'autore in copertina), con alcuni circostanziati difetti (strappetto fermato senza perdite al bordo esterno dell'ultima carta; forellino regolare di 2 mm diametro al taglio alto che degrata dall'ultima carta fino a sparire dopo p. 25); indicazione di «3° migliaio» in quarta di copertina. Uno dei vertici poetico-artistici del futurismo parolibero: « Il risultato più alto del paroliberismo figurativo futurista», secondo Ester Coen; e per Eugenio Montale « si ha la netta impressione che il Govoni occasionalmente marinettiano, il Govoni jongleur di immagini sia stato non solo il più rappresentativo ma il più poeticamente vitale» dei futuristi. Nella sezione «Rarefazioni» sono proposte riprodotte "e manuscripto" tavole dove disegno e parole in libertà convivono all'insegna di un voluto e simulato tratto infantile; nella sezione «Parole in libertà» è invece il virtuosismo tipografico a prevalere sul disegno, con alcune delle composizioni parolibere meglio riuscite e più famose della prima stagione futurista. A proposito delle «Rarefazioni» Claudia Salaris ha coniato la definizione di «analogie disegnate che traduc[ono] le immagini poetiche in figurazioni rarefatte, cioè libere dalla zavorra della sintassi e della retorica» (p. 194). -- Corrado Govoni, riconosciuto precursore del crepuscolarismo dei vari Gozzano, Palazzeschi, Corazzini, Moretti, era stato uno dei primi poeti a consegnare piena adesione al futurismo dopo il lancio del manifesto nel 1909; già collaboratore di «Poesia», affidò la sua opera per qualche anno in esclusiva a Marinetti, che divenne senz'altri il suo editore. Tra 1914 e 1915 si consuma tuttavia il divorzio tra «lacerbiani» e futuristi: il movimento perdeva esponenti del calibro di Palazzeschi, che assieme ai fiorentini e alla rinnovata «Voce» di De Robertis andava a costituire un polo di grande attrattiva; in questo contesto incerto e instabile, Govoni aveva già concluso la raccolta che sarà «Inaugurazione della primavera», pubblicata dopo i tentennamenti di Marinetti proprio con «La Voce» derobertisiana; e sta elaborando la sua idea delle parole in libertà (delle quali almeno una, Campana di chiaro di luna, venne proposta in prepubblicazione alla rivista fiorentina). -- Al poeta ferrarese non era sfuggita la profonda e «sconcertante» rilevanza della nuova strada aperta dallo Zang tumb tuuum marinettiano: « ricevo col più grande piacere il tuo stranissimo sconcertante e affascinante libro che ti pone al di sopra di tutte le letterature. È innegabile che tu porti nella poesia dei valori nuovissimi e che apri un meraviglioso orizzonte inesplorato che noi oscuramente presentivamo ma che non avevamo la forza di conquistare», scriveva a Marinetti il 10 maggio 1914. Osservando questo «orizzonte inesplorato» Govoni concepiva un progetto radicale, destinato nelle intenzioni addirittura a spingersi oltre le «solite forme di mattonelle che caratterizzano i libri»: « il libriccino l'ho intitolato organetto e ti dico quello che avevo pensato riguardo all'edizione. Di dare alle pagine interne il formato a compartimenti che si apre e si chiude come quello di un organetto. La copertina anteriore [dovrebbe] portare oltre una piccola fettuccia di seta rossa [e] a mo' di manico una fila di bottoni di madreperla per dar l'idea della tastiera dell'organetto. Così la forma odiosa e odiata del libro solito sarebbe totalmente soppressa. | Perché non fare dei libri che si aprano come organetti macchine fotografiche ombrellini ventagli?» (11 gennaio 1915, a Marinetti). Marinetti editore, tuttavia, non contemplava il «libro d'artista»: il progetto marinettiano nasceva in aperta opposizione alla circolazione chiusa del libro nei circuiti letterari, e in maniera mol.