Editore: Ministerio de Cultura, Madrid, 1982
Lingua: Spagnolo
Da: Librería Antonio Azorín, San Lorenzo de El Escorial, M, Spagna
EUR 17,00
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Aggiungi al carrelloEncuadernación de tapa blanda. Condizione: Muy bien. Idioma español. Ejemplar en muy buen estado. Dimensiones: 27x22 - 132 pp.
Editore: Spes- Salimbeni, Firenze, 1980
Da: FolignoLibri, Foligno, PG, Italia
EUR 80,00
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Aggiungi al carrelloflessibile. Condizione: Ottimo (Fine). 4 p., f.to cm 25 x 17,5, ottimo stato di conservazione. Ristampa anastatica dell'edizione del 1939 'La Fionda' Edizione Carenzi. Book.
Editore: Tipografia Commerciale Piacentina,, 1931
Da: Libreria Antiquaria Pontremoli SRL, Milano, MI, Italia
Prima edizione
EUR 750,00
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Aggiungi al carrelloCondizione: Ottimo esemplare. Piacenza, Tipografia Commerciale Piacentina, 1931, Edizione originale. Ottimo esemplare. Rarissimo libretto che pubblica l'atto unico dialettale del piacentino Egidio Carella (1899-1960), buon amico del futurista Oswaldo Bot che orna la copertina (e il frontespizio, identico) di un disegno in bianco e nero di gusto classico. Fu riedito nel 1932 a cura di Bot stesso, nella collana «Edizioni Futuriste de "La Fionda"», in occasione della messinscena della commedia presso il Politeama di Piacenza ad opera del Gruppo Filodrammatico. Gazzola, Bot, pp. 105-106 f. 1931.17 in 8°, brossura rosso mattone stampata in nero, con illustrazione originale di Oswaldo Bot in copertina, pp. complessive 42. Edizione originale. brossura rosso mattone stampata in nero, con illustrazione originale di Oswaldo Bot in copertina,
Editore: [pubblicato tramite sottoscrizione], stampato nella Tipografia Commerciale Piacentina,, 1934
Da: Libreria Antiquaria Pontremoli SRL, Milano, MI, Italia
Prima edizione
EUR 8.500,00
Convertire valutaQuantità: 1 disponibili
Aggiungi al carrelloPiacenza, [pubblicato tramite sottoscrizione], stampato nella Tipografia Commerciale Piacentina, 1934 [settembre], Edizione originale. Esemplare numerato a mano «50» dopo aver biffato un precedente «100»: uno dei soli 50 esemplari pubblicati, firmato e datato in autografo «Bot XII» sulla tavola «69» che apre la serie, completo e in più che buone condizioni (condition report: dorso della cartella originale restaurato per consolidamento; carte parzialmente interessate da una traccia di gora d'umido, sanata e appena percettibile sul bordo alto posteriore; un paio di brevi lacerazioni senza perdite e confinate al bordo sinistro sono sanate professionalmente al verso di ciascuna carta). Seconda raccolta di «sfumoxilografie» dopo l'album pinzato che ne conteneva solo venti, pubblicato nel 1933. Esce nel momento del futurismo indipendente di Bot, a stretto seguito della plaquette sulla ferroplastica pubblicata nei «Quaderni del futurismo» di Lino Cappuccio, in un'edizione di soli 50 esemplari numerati stampata grazie al sostegno dei sottoscrittori tutti elencati quali «editori» in seconda di copertina (spiccano i nomi di Ricci Oddi e Giuseppe Steiner). Rarissima, del tutto assente dai cataloghi istituzionali online, presente in un esemplare pubblico alla biblioteca Passerini Landi di Piacenza e in un paio di collezioni private. -- A differenza della prima raccolta del 1933, passata praticamente sotto silenzio, con le «35 sfumoxilografie» del 1934 viene fatto un maggiore sforzo promozionale, principalmente grazie all'autore della prefazione, l'animatore del gruppo romano del futurismo indipendente Elemo D'Avila, che procura un paio di articoli: entrambi a firma Enzo Pandolfo, escono su «Il Regime fascista» del 16 settembre e su «Noi: Quindicinale dei giovani fascisti» n. II/14, 1 ottobre 1934, tracciando un quadro della contemporanea «xilografia italiana» che converge sulla nuova vena botiana. -- «Nel 1933 l'artista si inventa la "sfumo(xilo)grafa": tecnicamente si tratta di incisioni su legno di filo successivamente trattate con carte abrasive al fine di rendere la superficie scabrosa e il grafismo mosso []. Particolarmente riusciti sono gli album "20 sfumoxilografe" (1933) e "35 sfumoxilografe" (1934), che spaziano lungo tutto l'arco dei soggetti preferiti dal piacentino: paesaggi resi con pochissimi tratti, figure femminili ombrose e sensuali, temi di propaganda futurista e/o fascista svolti con risultati alterni, ma mai banali. In generale, si osserva una facilità compositiva che consente, nei momenti più felici, di rendere il soggetto con la massima economia segnica, fino al limite di uno o due tratti; la "sottrazione" finisce per avvicinare Bot all'astratto e alle più avanzate sperimentazioni dell'avanguardia» (Coronelli, L'incisione nell'editoria futurista, in: Il segno dell'avanguardia, 2018, p. 94). -- «Futurismo dunque di vita, più che di arte, perché la sua Arte è limpidamente rispecchiata in questo secolo totalitariamente "fascista". [.] La xilografia in lui esorbita dal decorativismo e diviene pittorica. Reale o astratta o trascendentale, comunque essa sia, essa si rivela prettamente antillustrativa. Ogni soggetto non riposa, ma eccita, inebria, avvince, racchiude» (dalla prefazione di Elemo D'Avila). Bibl. Gazzola, Bot, p. 245 e f.1934.71-73. in 4°, cartella in cartoncino floscio color rosso stampata in nero ai piatti e in seconda di copertina; [38] carte tinte di bruno di media grammatura, non legate, compresa l'ultima non stampata. Edizione originale. Esemplare numerato a mano «50» dopo aver biffato un precedente «100»: uno dei soli 50 esemplari pubblicati, firmato e datato in autografo «Bot XII» sulla tavola «69» che apre la serie, completo e in più che buone condizioni (condition report: dorso della cartella originale restaurato per consolidamento; carte parzialmente interessate da una traccia di gora d'umido, sanata e appena percettibile sul bordo alto posteriore; un paio di brevi lacerazioni senza perdite e confinate al bordo sinistro sono sanate professionalmente al verso di ciascuna carta). cartella in cartoncino floscio color rosso stampata in nero ai piatti e in seconda di copertina;
Editore: Stab. Tip. E. Rebecchi & F. (in copertina: Edizione Futurista - E. Rebecchi & F.),, 1929
Da: Libreria Antiquaria Pontremoli SRL, Milano, MI, Italia
Prima edizione
EUR 5.500,00
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Aggiungi al carrelloPiacenza, Stab. Tip. E. Rebecchi & F. (in copertina: Edizione Futurista - E. Rebecchi & F.), 1929 [maggio], Edizione originale, primo stato. Eccellente esemplare, freschissimo e pulito sia internamente che alla copertina (appena scurita e con una minima traccia d'abrasione sul piatto anteriore): non comune in queste condizioni. Esemplare appartenente al primo stato della tiratura, con l'errore «OSWLADO» per Oswaldo a p. [3] (titolo della prefazione di Marinetti), errore poi corretto in tipografia in corso di stampa. Rara opera prima del geniale futurista piacentino Osvaldo Barbieri, in arte «Oswaldo Bot», che a partire dai tardi anni '20 diede vita a un'intensissima attività artistica dispersa in decine di piccole edizioni oggi tutte estremamente difficili da reperire e scarsamente documentate nelle biblioteche pubbliche e private. ICCU registra a oggi solo tre copie dell'«Autoritratto» (BNC Firenze, APICE Milano e ASAC Venezia); a queste vanno aggiunte senz'altro la copia della Biblioteca Passerini Landi di Piacenza e quella del MART di Rovereto. OCLC registra quattro copie, tutte negli Stati Uniti: UCLA, Getty, Yale e NYPL, alle quali bisogna aggiungere l'esemplare del Wolfsonian-FIU. -- In pochi anni, dalla remota provincia emiliana, Bot s'impose tra le prime file del gruppo futurista che esponeva nelle principali mostre nazionali e all'estero. Nel 1934 litigò con i vertici del movimento (in particolare con il torinese Fillia, all'epoca principale riferimento per il futurismo artistico) e fuoriuscì, mantenendo comunque intatta fino alla seconda guerra una produzione artistico-editoriale di eccezionale qualità. «La genesi di "Autoritratto futurista", il primo libro che ne è anche a tutti gli effetti l'esordio, è un tour de force condensato in tre mesi: alla fine del '28 Bot riceve gli apprezzamenti di Marinetti per il suo "ritratto meccanico" del Duce, apparso sul foglio piacentino "La Scure" in ottobre. Appena nel maggio '29 esce l'"Autoritratto". [.] il 13 gennaio 1929 Bot invia a Marinetti un fascicoletto di otto fogli manoscritti, con titolo "Filtrazioni cerebrali di Oswaldo Bot". Il testo manoscritto è disposto in maniera parolibera a incorniciare disegni stampati in piccolo su carta lucida e applicati ad arte sui fogli: trenta tavole esatte di quello che sarà l'"Autoritratto", contornate dal relativo testo. Da questo invio [.] prendettero il via rapidissimi contatti tra un Marinetti entusiasta e un Bot che smania di cogliere l'occasione. È poi noto il testo della lettera che Marinetti invia a Bot l'11 maggio '29: "Caro Bot, ecco la prefazione. Vorrei correggerne la bozza. Mandamela. Te la rimanderò senza tardare. Ti consiglio questi due titoli a scelta: Come mi vedo o Autoritratto futurista". Il 24 maggio il libro è già pronto, e Bot lo presenta alla Festa del Libro di Piacenza, al Palazzo Gotico» (Futurismo Collezione Mughini, p. 297). -- L'«Autoritratto» il capolavoro futurista di Bot è perfetta sintesi della sua arte: 41 parolibere con illustrazioni in bianco e nero che rappresentano stati d'animo (non banalmente «50 illustrazioni», come dice il sottotitolo in copertina), aperte da un punto di domanda e chiuse da un punto esclamativo. La prefazione di Marinetti traccia un percorso del paroliberismo psicologico-introspettivo, dalle «Forze umane» di Benedetta alla «Psicopatografia» di Giordano passando per gli «Stati d'animo» di Steiner, per approdare finalmente a «Barbieri Osvaldo il Terribile»: «[] in queste sue opere bot, senza preoccupazione di disegno o di colore, racconta col pennello la sia anima impetuosa e sfrenata, l'ossessione dell'indagine precisa lo rende meno sintetico di quel che vorrebbe, tutti i moti del suoi io sono fissati coi rudi contrasti elementari e la potenza rompente di un fiume che imprime ovunque a colpi d'onde maestose la passione e la velocità della sua piena rivoluzionaria []. Così BOT punta il suo pennello come una mitragliatrice BOT! BOT! BOT! BOT!». -- «Certamente assai singolari risultano le sue "tavole psicopatografiche" pubblicate in "Autoritratto futurista" nel 1929 (che ebbe la prefazione di Marinetti), connesse nella pagina a scritte che ne suggeriscono l'interpretazione, e alcune in certo modo simbolicamente più descrittive, altre risolte in soluzioni più astratte. Ed anche questo è un filone al quale Bot ritornerà nelle "18 Psicografie dell'Affrica", pubblicate a Tripoli nel 1940 e tendenti a soluzioni piuttosto astratte. (Un precedente prossimo, anche se d'un livello certo più rigoroso e al confronto assoluto, è nel lavoro d'un personaggio connesso all'ambito futurista piacentino quale Giuseppe Steiner, che nel 1923 ha pubblicato il volumetto "Stati d'animo disegnati", nelle edizione futuriste di "Poesia", Milano; e altri ne pubblicava contemporaneamente a Parma in "Rovente", probabile suggerimento operativo per Bot [])» (Crispolti, Il caso Bot, in: Osvaldo Bot: opere 1925-1958, cat. della mostra Piacenza 1990). Bibl.: Cammarota, Futurismo, 52.1; Lista, Le livre futuriste, nn. 79-81 p. 39; Gazzola, Bot, pp. 64-70; Id., Oswaldo Bot extra moenia, p. 43; Futurismo Collezione Mughini, n. 3 p. 302; Bot: Futurismi di un giocoliere (Piacenza 2015), pp. 59-61 in 8°, brossura arancione con piccole unghiature, grafica in nero e rosso dell'autore, cc. [48] con numerose illustrazioni in bianco e nero nel testo. Edizione originale, primo stato. Eccellente esemplare, freschissimo e pulito sia internamente che alla copertina (appena scurita e con una minima traccia d'abrasione sul piatto anteriore): non comune in queste condizioni. Esemplare appartenente al primo stato della tiratura, con l'errore «OSWLADO» per Oswaldo a p. [3] (titolo della prefazione di Marinetti), errore poi corretto in tipografia in corso di stampa. brossura arancione con piccole unghiature, grafica in nero e rosso dell'autore,